Da Gravelines ad Arques – Douce France

Dopo Gravelines siamo arrivati ad Arques.

Questo passaggio nel Nord Pas de Calais è stato un viaggiare sul primo fiume di Francia in ordine alfabetico, l’Aa. E la prima difficoltà è stata superata grazie all’aiuto di David e Maurice e della Base Nautica Jean Binard di Gravelines.

In breve, per una incomprensione con il “chiusaro”, avevo capito che la chiusa che dal porto di Gravelines porta all’Aa aprisse con l’alta marea. Soprallughi, parole e viaggi e tutto sembrava ok. Poi scopriamo poco prima della partenza che la marea non era sufficiente per passare, forse addirittura per una settimana. E tutto questo per fare solo pochi metri!

Altri giri, richieste di aiuti, telefonate di Linda del porto, Mathieu già pronto a prestarci un carrello (ma mancava la macchina), fino a che veniamo inviati alla Base Nautica Jean Binard e lì, da veri uomini di mare, si stabilisce subito un piano con David e Brigitte che ci danno appuntamento per il giorno dopo.

Grande esempio di solidarietà e gentilezza. Senza troppe parole e senza volere nulla in cambio ci hanno aiutati, come si fa tra gente seria. Il giorno dopo veleggiamo per due km fino alla fine del canale che il giorno prima avevamo percorso e con un trattore condotto da Maurice, un omone dalla faccia simpatica e di poche parole, veniamo trainati fuori dall’acqua e scortati addirittura dalla polizia (ringraziamo Stefan e Jean Claude) fino allo scivolo subito dopo la chiusa.

Nuova lezione appresa. Le maree sono sempre troppo importanti.

Paolo riprende i bellissimi carri a vela sulla immensa spiaggia di Fort Philippe. David ci racconta che nelle competizioni, con carri molto performanti si raggiungono i 110 Km all’ora di media e che il record di velocità è 237 Km/h!! Senza consumare un grammo di carburante, a parte i materiali dei carri.
Sembrano così belli da lontano, come farfalle che giocano a rincorrersi.

Grazie David e tutti i ragazzi della base nautica. Da li partiamo con a bordo Paolo, che al timone ci dirige e filma. I primi passaggi sotto due ponti chiusi sono proprio al pelo. Spesso lo faremo poi per evitare di aprire il ponte. Su Clodia alberare e disalberare è questione di secondi.

A remi e vela attraversiamo un paesaggio dolcissimo, ricco di uccelli di tutti i tipi e sopratutto di anatre con i loro pulcini al seguito che scappano avanti a noi, spesso lasciando un pulcino solitario a pigolare impaurito. Il paesaggio è curato, l’acqua sembra pulita con molte ninfee lungo le rive. Un pescatore ha appena preso proprio davanti a noi un pesce di un paio di chili. Sembra un luccioperca.

All’incrocio con il canale da Dunkerque a Watten incrociamo le prime Peniche, le grandi chiatte che a buona velocità sollevano onde non pericolose ma fastidiose che rimbalzano di sponda in sponda. Veniamo rallentati.

Dopo 8 ore arriviamo ad Arques dove ci aspetta la barca appoggio ed un porticciolo idilliaco, in un’ansa del canale che si apre su un canale secondario e tanto verde intorno. Magari fossero così i nostri marina. Silenzio e pace.

Ci accolgono Pierre e Jannique, molto gentili. Pierre ha 60 anni ma ne dimostra 40, insegna Qi Gong, ed ha attraversato la Manica in pedalò e percorso i canali da Arques a Parigi su un Velo Surf, una specie di bicicletta d’acqua. Si sta bene qui.

La civiltà delle acque è meravigliosa. Barche e canali che portano ovunque, potremmo andare in Danimarca, a Mosca, in Germania, sempre sull’acqua, senza andare a terra.

A Saint Omer, dopo che cerchiamo aiuto in varie agenzie per tornare a Venezia per le mie visite entriamo nell’Aquatour e troviamo due angeli, Edwige e Fatima, che non solo ci aiutano per i biglietti con grande gentilezza (noi carichi come muli di videocamere e cavalletti e borsoni) ma addirittura ci danno un passaggio in macchina alla stazione ferroviaria di Saint Omer. Che è bellissima vi assicuro, con tutti i canali ed i laghi intorno.

Edwige e Fatima tre giorni dopo ci fanno anche un’altra sorpresa, regalandoci i biglietti per il ritorno da Venezia a Saint Omer! Grazie!

Abbiamo poi fatto una scappata a Lille, bellissima città delle Fiandre, dove abbiamo incontrato i gentili rappresentanti della VNF la compagnia potentissima che gestisce tutta la rete della navigazione fluviale in Francia. Cosa molto seria qui, che fa girare una economia mica da ridere. Ve ne scriverò ancora.

Bruno sta bene, è molto forte e mi sembra felice.

Arriva Francesco Cappelletti, il nostro primo ospite (si è prenotato attraverso questo sito) ora e saremo in 4 dato che anche Josephine ritornerà con noi sulla sua Serena, la barca appoggio.

 

Un ringraziamento particolare a Malcolm di Gravelines per i meravigliosi e buonissimi regali che ci ha fatto, tra i quali la birra Jean Bart, come il vascello che si sta costruendo.

Qualche giorno di riposo per le mie visite mediche e si riparte per Bethune.

A presto

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4 Responses to “Da Gravelines ad Arques – Douce France”

  1. maurizio vallebona scrive:

    sto cominciando ad appassionarmi al vostro racconto….
    viaggiare, a differenza di quanto si pensa oggi, è incontrare persone e conoscere luoghi, non intubarsi in un aereo per vivere in una bolla di villaggio turistico…

    quando arrivate in italia secondo le vostre previsioni ?

  2. Man on the River scrive:

    Ciao Maurizio, siamo molto in sintonia. Purtroppo l’Italia è il nostro punto di partenza simbolico, però non rientra nei paesi interessati dal viaggio (qui puoi vedere l’itinerario). Il punto più vicino all’Italia sarà l’Austria che attraverseremo sul Danubio. Se vuoi salire a bordo sarai il benvenuto, basta cliccare qui e compilare un semplice questionario di richiesta. Buon vento!

  3. Giorgio scrive:

    Ho cominciato a seguire la vs avventura tramite la radio…. Per un pescatore inguaribile come me, “man on the river” rappresenta il massimo della filosofia di vita. E’ una di quelle cose che avrei sempre sognato di poter fare, se con la fantasia fossi riuscito ad immaginarla.

    Forza ragazzi, vi sono vicino con il pensiero.

  4. Giacomo scrive:

    Grazie Giorgio, io ci sono arrivato a 40 anni ai fiumi e mi sono innamorato, a costo di abbandonare tutto.
    Sono felice di condividere con te, e, devo dire con molti questo amore. Lavoriamo insieme perchè queste belle e sacre acque rimangano tali anche per chi verrà dopo di noi. Non è facile ma c’è chi ci è riuscito. Vedi Tamigi per esempio.

    Un abbraccio e a presto

    g

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