NientepopodiMeno – Da Frankfurt ad Aschaffenburg

“Genau”! Certo, corretto. Questa è la parola che più sento ripetere.

Genau: il Meno è molto bello, l’acqua sempre più pulita, alcune spiagge di sabbia rossa e rosa, la corrente quasi mai troppo forte, ma sempre questi argini di pietra che hanno ucciso il vero fiume, sulle sponde.

Malgrado questa violenza dell’uomo, troviamo tanta vita, anatre enormi, cigni che nobilitano con la loro bellezza altera ogni pozza d’acqua del pianeta. Figuriamoci qui, dove i paesaggi sembrano dipinti da Altdorfer o dai primitivi tedeschi.

La partenza da Francoforte è stata come vivere una vita in un giorno!

Al mattino in un caffè incontro Kay, un signore interessante che vedendo cadere il telefono dalla mia tasca mi dice: Non va mai in vacanza. Io dico “Cosa?” “La forza di gravità” mi risponde lui e così inizia una delle conversazioni più interessanti della mia vita

Sui massimi e minimi sistemi, sull’alimentazione. Kay è un uomo molto in forma dalla età imprecisata. Potrebbe avere 50 come 1000 anni. Il suo sguardo è duro, da persona che ha sofferto nella vita, ma appena si schiude il suo sorriso diventa un bambino pieno di entusiasmo. Mi racconta della sua vita e di come da ebanista, falegname restauratore è diventato negli ultimi 15 anni cuoco macrobiotico. Mi racconta come la alimentazione, la medicina cinese, che è cibo e cura delle proprie abitudini, abbia cambiato il suo modo di vivere. E si offre di insegnarmi qualcosa, come un regalo.

Io lo seguo e sulla panchina di un piccolo giardino mi scrive molte cose che metterò in pratica e che mi cambieranno.

Vi dirò presto: per il momento finisco quel poco cibo che ancora tengo nella scarna cambusa di Clodia.

Partiamo quindi con tre ore di ritardo e con Fine un po’ incazzata, a ragione.

La città dall’acqua è splendida e c’è molta gente, è domenica. Il primo incontro dopo pochi km è fulminante! Mi volto per controllare l’altezza dell’ennesimo ponte (vi ricordate l’albero) e vedo…

No, non è possibile, mi giro di nuovo e ridico: No!!! Ma allora è stato tutto un sogno, non sono mai partito da Venezia… Perché quello che mi viene incontro è un Sandolo (tipica imbarcazione veneziana, che si voga in piedi, guardando in avanti)! Non sto sognando è un Sandolo a Francoforte.

Mi fermo, fotografo e parlo, chiaro che parlo. Non ci posso credere! Sono due vogatori, lui e lei che appartengono ad una società di voga alla veneta di Francoforte. Purtroppo ho perso il loro indirizzo, ma cercherò di ricontattarli al più presto.

Neanche 100 metri più in là, sulla destra del Meno, in mezzo ad un tripudio di folla vedo una barca strana e un nome sopra che dice tutto: “Istanbul”.

Vedo che c’è un banco anche per chi arriva dal fiume e felice attracco. Dico all’indaffarato oste-capitano Guess where we are going? E lui: “Mah”. Poi potete immaginare: ci offre tre limonate con la ricetta della nonna e io gli regalo una maglietta.

Mi dice che è l’unica barca in Germania che effettua, come sul Bosforo e nel Corno d’Oro, servizio bar dalla barca. Te?ekkür Ederim, grazie tante.

Quando ripartiamo faccio fatica a muovermi, non solo per la corrente contraria che qui si fa sentire, ma sopratutto perché tutti mi fermano per sapere e per complimentarsi. Ich liebe Deutschland.

Poi si va! Il paesaggio industriale lascia spazio alla natura e finalmente un po’ di vento si alza per aiutarmi, ma poi cessa. Abbiamo appuntamento ad Hanau il mattino dopo, 21 km da Francoforte, con una giornalista del mensile Segel e con la troupe di RTL, una nota tv tedesca internazionale. Dubitiamo di potercela fare essendo partiti così tardi.

Manco a dirlo dopo la prima chiusa inizia  a piovere. Vedo una bella barca con la vela e il suo capitano, Johannes, vede me che remo ormai bagnaticcio. Si avvicina e mi offre un traino, il primo traino offerto!

Anche se mi dice che saranno solo 500 metri, non posso rifiutare, così lego Clodia e arriviamo, sotto il diluvio, fino al Segel Club Undine. Johannes, gentilissimo, ci offre una birra e così ci fermiamo per un pò sotto una tettoia. Manco mal.

Ripartiamo sotto la pioggia battente: Fine e Bruno macinano km. Alle 10, increduli arriviamo ad Hanau, sotto un cielo minaccioso. La pioggia se ne va giusto per il tempo del nostro pasto in un ristorantino vietnamita che serve cibo cinese (cosa non si fa per un po di calore!). Quando usciamo, alle 11:30, piove a dirotto. Trascorro una notte umida nella “2 seconds tent” lasciatami in prestito da Jacopo (ciao Jacopo, mi manchi!!!) ma dormo un sonno profondissimo.

Al mattino, miracolo, c’è un caldo sole: le ossa si asciugano, così come tutto ciò che era fradicio la notte prima. Alle 10 arriva Britta, la giornalista di Segel, che è molto bella. Bruno va a prendere lei e Fine sull’altra sponda del Meno e passiamo una bella mattinata. Britta è una velista, abituata al Mar Baltico. Sono sicuro che è una vichinga anche lei… Giusto il tempo di salutarla e arriva la troppe di RTL, puntualissimi e super professionali.

Salgono a bordo per una bella veleggiata con pochissimo vento e Clodia si deve sobbarcare 5 persone… Daniel il regista intervistatore, il cameraman, il tecnico del suono e noi: in un’ora è tutto fatto e ne esce uno splendido servizio che potete vedere qui.

Riartiamo diretti ad Aschaffenburg con vento contrario e una forte corrente (la pioggia ha ingrossato il Meno, che stiamo risalendo): tanta fatica. Non possiamo farcela in un giorno, quindi ci fermiamo a Kahl am Main presso la Marina Lässig.

Neanche il tempo di ormeggiare (dopo esserci incagliati nel canale sbagliato) e arriva una copia di Eddie Vedder, il leggendario cantante dei Pearl Jam. Un grosso pick up, un sorriso aperto e generoso e modi di chi sa cosa fare: è Jörn Lassig.

Dice in Inglese: “Is it real?? London to Istanbul”. “Yes, of course!” e nasce una immediata simpatia che ci regalerà una delle più belle esperienze del nostro viaggio. Jörn, figlio del proprietario del camping e del Marina, ha da qualche anno avviato una officina che ripara motori e barche ed effettua soccorso fluviale.

Ci porta nella sua meravigliosa ed attrezzatissima officina e ci regala vari pezzi per il provvisorio (in attesa da vari mesi del motore elettrico promessoci da una nota azienda) motorino di Serena, la nostra barca per i cameraman che sta conducendo Fine.


Ci regala!! Non vuole saperne di essere pagato!! Fantastico Jörn! Lo invitiamo a bordo per una birra e verso le 9, indaffarato com’è, riesce a venire con Silvia, la sua deliziosa moglie. Bella serata e tutti siamo immersi in una serie di sensazioni positive: condividiamo molte cose. Ci invitano al mattino dopo per colazione e approfittiamo per fare a Jörn e Silvia un’intervista.

Grazie amici, ci avete regalato una breve, grande amicizia che ci ha riempito il cuore. A presto!

Ripartiamo e Fine torna a Francoforte in treno per un problema con il suo laptop. Noi, a fatica, contro vento forte e corrente decisa, andiamo verso Aschaffenburg.

Paesaggi che incominciano a diventare collinari, vini del Meno, luce stupenda e fatica.

Arriviamo tardi ad Aschaffenburg, dominata dal suo castello a quattro torri, borgo medievale di rara bellezza. Qui troviamo tanti vogatori, bambini assatanati su canoe bellissime che mi superano come se niente fosse: tanta vita sul fiume, rocce e ville bellissime.

Doveva essere un posto molto ricco.

Nel canale parallelo e protetto ci sono tutti i Marina, dopo venti e passa kilometri finalmente ci siamo. Mentre sto remando incantato da tutti che mi guardano, sorridono e salutano, vedo due ragazzine che si sbracciano e mi chiamano.

Vado verso loro e mi chiedono se possono salire a bordo con me. Sotto lo sguardo preoccupato di un loro amico, Steve, le porto per un breve tratto a bordo di Clodia. Sono timide e una delle due è Turca, viene da Istanbul. Spero di avere dato loro un piccolo momento di gioia e un seme di qualcosa di diverso. Il loro sorriso e la loro emozione mi regalano molto di più.

Al marina Aschaffenburg ci viene incontro un uomo dallo sguardo simpatico e manco a dirlo, lo sentivo, incontriamo un altro dei nostri ormai famosi angeli. Il suo nome è Uli Becker.

Di questo e di molto altro ancora, di sole e pioggia, di falesie di rocce rosa, di porti mancati e di amici trovati, di fisarmoniche su Clodia e birre inaspettate, di castelli salvati da giornaliste dal cuore grande e di acque magiche vi racconterò nella prossima puntata.

Di un viaggio fantastico. Gute Reisen!

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