Giro del mondo d’Austria – Da Grein a Vienna

Se sapeste, amici navigatori e non, da dove vi scrivo… Un sogno, e tanti libri di mare e una nave vichinga in modello. Sono nel salotto segreto del rimorchiatore imperiale Frederic Mistral, attualmente ormeggiato a Vienna!

Clodia dorme tranquilla al suo fianco. L’acqua del Danubio si sente ed io sono per tre quarti sotto di lei, che lavoro al computer nel salotto e nella sua pancia antica, con un gatto che ronrona sulle mie gambe. Odore di nave antica. Umido e freddo ma si sta benone.

Questo pezzo da museo costruito nel 1914, era ed è apparentemente un rimorchiatore normale ma sotto sotto… La sua storia è affascinante: 26 metri di lunghezza per 5 di larghezza, 1.80 di pescaggio, motore a vapore velocità max 14 nodi.

Serviva per rimorchiare ma anche per controllare le vie di navigazione con a bordo un ospite segretissimo: niente di meno che Francesco Giuseppe, ovvero l’imperatore.

Dagli oblò sotto coperta, dove tutto è insulsamente di un sobrio lusso, egli controllava le coste e si faceva dei bei giretti senza che nessuno sospettasse della sua presenza. La sua cabina è così semplice e piccola, altro che gli yacht dei nostri nuovi ricchi!! L’imperatore, all’epoca uno degli uomini più potenti del pianeta, girava a bordo di un rimorchiatore, in una cabina di 2 metri per 1,5 e una cuccetta a mezza piazza. Questa è classe.

Ero rimasto a Grein, con il nostro angelo Horst che incontro in un luogo che mi sa di matti… sani come al solito. Sono con Paolo, il nostro regista, ed entro in un negozio che vende abiti ma anche caffè e saponi artigianali, cose fatte e servite con passione e amore. Incontro tre persone sedute ad un bel tavolo e parte subito l’empatia. Si parla del viaggio e di come la vita va.

Qui a Grein in particolare, io sono un po’ malconcio per il freddo, la pioggia, la fatica. Chiedo se conoscono un luogo dove dormire per una  notte a poco prezzo.
Dopo un breve consulto Horst mi dice: “Ma perché non vieni a casa mia?” Gentilezza e garbo.

Mi porta a conoscere la realtà di un piccolo paese che ha accumulato ricchezza grazie al Danubio ed alla sua pericolosità quando ancora non c’erano le chiuse a rallentare la corrente. Qui si trovavano tre rapide terribili, che avevano mietuto molte vittime. Nessuno osava più passare tantomeno senza un pilota locale. I piloti di Grein sapevano dove e come passare e ovviamente si facevano pagare bene.

Così le ricchezze si accumularono ed per questo che oggi Grein, per esempio, possiede il più antico teatro d’Austria, del 1791, costruito con i soldi delle famiglie di piloti e non con quelli della nobiltà. Un teatro per la gente insomma. Nello stemma della città poi si vede il pilota che conduce una barca tra le rocce. Fantastico no? Non un santo ma un pilota!! Se non è laicità questa!!

Horst mi porta a conoscere anche una sua amica che, stufa di lavorare in posta, ha aperto un negozio che vende prodotti locali, tra i quali spicca un whisky austriaco. Poi mi mostra le foto di una comunità che si occupa di persone diversamente abili e con problemi mentali, che vengono integrati con il teatro.

Che belle cose, in un piccolo paese che sa di grande. Un piccolo grande paese. E sì che il primo impatto mi era sembrato negativo, al di la della bellezza del luogo, in questa valle incantata. Il solito muro di cemento per arginare il Danubio, che qui scorre potente, malgrado le chiuse.

Ma come spesso succede le apparenze ingannano, o quantomeno deviano e così scopro diversi angeli. La storia di Horst poi è davvero bella: lui ha un cinema, un cinema sul Danubio e per qualche tempo ci è mancato poco che diventasse un cinema nel Danubio. Durante l’ultima grande piena del 2002 l’acqua è entrata per almeno 50 cm nel cinema. Man “in” the river, quasi.

A cena, non contento di offrirmi ospitalità, mi regala un meraviglioso stufato di verdure, che provengono da un contadino del luogo e che Horst distribuisce ad amici in uno dei tanti Gruppi di Acquisto locali. Wunderbar!!

La conversazione è bellissima e ricca, la cultura che rivela è tanta. E con tanta modestia e passione, una persona rara. Il giorno dopo, la partenza è un po più triste del solito. Un’emittente locale, Grein TV, ci fa un’intervista diretta da Larissa, una ragazza che lavora la camping del padre per l’estate e che studia media comunication.

Nel frattempo si è riunito a noi Ferdinand, il geniale e pazzo dentista che ormai è un nostro amico caro.

Trova anche il modo di comprare la barca di due coniugi svizzeri che vengono da Basel, e che ci regaleranno poi a Vienna un sacco di doni. Grazie!!

Partiamo tardi, dopo la pioggia forte del mattino. Giunti alla un tempo famigerata isola di Worth, vediamo un uomo sbracciarsi da lontano, su una chiatta ristorante. È Rudi il pirata che gestisce un delirante ristorantino, di sapore un po’ Partenopeo. Ci offre filetti galattici di maiale al forno e birra, come rifiutare!

Si riparte e voliamo verso valle, a Ybbs e Persnburg. All’interno della chiusa dei Nibelunghi, un gruppo di canottieri di Ulm ci scambia per alquanto pericolosi pirati vichinghi (che cantano in Serbo) persi irrimediabilmente nel Danubio e perlopiù in stato di ubriachezza molesta (in realtà naturale follia).

Passata la chiusa il sole si ritira ed è ora di fermarci. A Sarling troviamo un piccolo e delizioso porticciolo, con tante barche di legno e gratuito, e ci godiamo un tramonto da sogno.

Un biergarten locale ci ospita e dormiamo un sonno profondo. Al mattino c’è la nebbia e non porta bene.

Iniziamo una discussione tra di noi perché io negli ultimi tempi sono stato molto solitario, trascurando gli sforzi e i buoni consigli di Bruno e Fine. È vero e mi sento male alle loro parole. Non sono una persona facile e penso che i mesi di relativa follia di questo viaggio mi abbiano fatto per un po’ dimenticare chi mi ha dato così tanto, come loro, soprattutto all’inizio quando ero molto debole. Quanta strada ancora per essere un uomo saggio. Qualcosa ho rotto, incrinato. Spero di saper, poter recuperare, ma non sarà facile. Lo so.

Ritorna il sole e una spiaggia di sabbia finissima si apre, come un miraggio, dopo la pioggia folle. Breve sosta. Follia divertente di Ferdinando, ave Ferdinand!!

Poi inizia la fantastica vallata del Wachau: roccia, vigne e paesi medioevali di storia densa. Uno dei luoghi più belli che mi sia mai capitato di vedere.

La corrente è fortissima, sui 10 km/h, e noi voliamo prima con un vento contrario e poi a favore verso Spitz, passando indenni in mezzo a rocce affioranti e falesie strapiombanti che un tempo chiesero un caro pedaggio in vite ed imbarcazioni.

Spitz è bella, coronata da mille terrazze, molte ormai abbandonate. Granito e sudore, e sangue. E poi venne il vino a pagare il sacrificio ed arricchire le generazioni.

Oggi un rito molto bello fa sì che in questa stagione le cascine aprano le porte per servire i prodotti locali, rigorosamente freddi, ed il vino forte che deriva da questo microclima severo, fatto di giorni roventi e notti fredde ed umide, grazie al Danubio che scorre impetuoso e ad una piovosità molto bassa. Nettare sofferto.

Da Spitz sia Ferdinand sia Paolo ci lasciano. Io, il giorno stesso, parto da solo e scendo veloce verso la valle. Vienna è vicina ormai, a due giorni di navigazione. La corrente mi aiuta a vincere  un vento contrario molto violento. Incontro rocce, castelli, spiagge nascoste e affluenti trasparenti: due ragazzi a bordo di uno Zillen, la locale barca di legno spinta da un bastone con punta in ferro, mi accostano e mi chiedono di fermarmi a Durnstein, perché è bella.

È vero, è bellissima e anche ricca di storia, come quella di Riccardo Cuor di Leone qui imprigionato da Leopoldo V dopo il suo ritorno dalla crociata del 1192 e dopo la presa di Acri, in Terrra Santa.

Riccardo commise un atto presuntuoso gettando alcune insegne nel fango, forse per prendersi tutti i meriti dell’impresa. Sulla via del ritorno da Aquileia e sulla rotta per la sua patria però l’affronto fu fatto pagare e a caro prezzo. Due anni di prigionia ed un riscatto altissimo. Chissà se il vino gli piacque?

Lascio Durnstein e vado, vogo e sudo. Krems, ed il suo barocco, il Danubio si allarga, la Wachau termina, ora inizia la pianura. In un tramonto dolcissimo, distrutto mi fermo nel marina di Traismauer, dove non mi faranno pagare nulla

Che bello remare ora. Alla chiusa reincontro Fine e Bruno. Inizia un veleggiata folle, con tre mani di terzaroli e raffiche di 20 nodi di poppa. Percorro 36 km in poche ore a 12, 13 km/h di media. Mi fermo a Muckendorf, incrociando due barche a vela che risalgono il Donau di bolina. Che bello, e che rare! Qui la corrente è quasi nulla dato che dopo poco c’è una chiusa. La giornata che segue è di nuovo tutta a vela, fino a Vienna.

Entrare a vela è straordinario! I grandi ponti, i palazzi, lo StephanDom in lontananza, le casette dei pescatori col bilancino.

Due uomini nudi (il naturismo è cosa normale lungo il Danubio ed a Vienna) mi gridano “Ahoi!” e mi invitano a bere una birra in onore della più bella barca vista a Vienna da anni, complimento che giro a Roland e Silvio e a tutti gli amici che ci hanno aiutato a costruire Clodia.

Qualcosa stona però, Vienna gira le spalle al Danubio, manca la vera Vienna. Pazienza, è bello lo stesso. Comunque sono felice e so dove fermarmi. Ed è già molto, credetemi. Al km 1.923,7 ci devono essere alcune navi bizzarre, d’epoca. E così è.

Franz da Linz me lo aveva detto e non si è sbagliato. Il vento ora è contrario e bolino duro. Arrivo nel primo pomeriggio e ormeggio a fianco del Frederic Mistral.
Dopo poco arriva Franz Scheriau, il capitano. Ispira simpatia, un omone dalla stretta di mano come una morsa.

Con tutte queste barche deve essere uno che ama davvero questo mondo duro.

La sua storia è bellissima. Viene dallo Steinmark, regione montuosa, e come ben mi precisa, essendo una pecora nera si dedica al mare. A 14 anni si imbarca su un peschereccio sul Danubio ma dopo pochi mesi capisce che non è la sua vita. Poi a 15 anni si imbarca su un altro peschereccio, al largo della Groenlandia, un po’ freddo mi dice, e in compagnia di uomini che ai tempi non avevano altra scelta. Giorni durissimi. Risse ed alcohol in condizioni che noi oggi non possiamo immaginare. Poi a 17 anni inizia a dedicarsi al commercio di house boat ad Amsterdam e diventa pilota di tankers, grandi navi, girando per i sette mari. Uno dei pochi a possedere la licenza per passare il canale di Panama senza pilota (dice ridendo che non disprezzava affatto di poter risparmiare 20.000 dollari) e unico Austriaco oggi ad avere la residenza in barca sul Danubio.

Il luogo dove ora vive è splendido. Interessante e pieno di vibrazioni buone. Non a caso al mattino dopo mi sveglio e passeggiando non credo ai miei occhi, una pagoda e un tempio buddisti mi riempiono gli occhi di bianco e oro.

E tanta acqua e cielo e verde, il Prater è dietro noi.

Il sito www.museumsshiff.at è un buon punto di partenza per comprendere la ricchezza del luogo e delle barche che Franz ha acquistato e curato.

Tra loro spicca Ana, la più antica barca passeggeri del Danubio, che ho avuto l’onore di condurre, costruita nel 1896.

Un sacco di amici si materializzeranno qui, con grande sorpresa e felicità di Capitan Franz, che ha lavorato molto per portare la gente e visitare qusti capolavori del passato. Bernd ci porta una super bio colazione con i precotti del suo giardino, poi Thomas, che lavora con lui ci porta mille prodotti che vende con passione e competenza.

E poi siamo parte di un serial poliziesco, ambientato a bordo del Mistral e Bruno fa da pilota alla troupe con Ana.
Ancora due persone sono da menzionare: Julieta Rudich, una donna straordinaria, documentarista e reporter che lavora per ORF, che mi ospita e mi arricchisce della sua bellezza a 360 gradi.

E Anita, che si occupa di un progetto interessantissimo sulla Joy Economy e sul World caffè. Approfondirò e vi racconterò.

Vienna è una città che da porta Balcanica, o meglio Hungarica, sta diventando il luogo di partenza di mille progetti che riguardano l’acqua. Abbiamo incontrato Benedict Mendl, della ICDPR, nella galattica sede delle Nazioni Unite.

Incute timore essere perquisiti come in aeroporto per un’intervista. Triste pensare agli attentati del passato e al perché di essi.

L’intervista che Benedict ci concede è un esempio di grande professionalità e racconta di anni e persone che per le acque stanno dedicando molte risorse. Un progetto per i bambini, in allarmante collaborazione con Coca Cola, mi lascia in lieve sentore di Green Washing, sebbene rimanga ben impressionato dal progetto in sè.

Poi Gaetano, un fotografo Uruguaiano di rara sensibilità e grandezza, Pablo, che guida Bruno e Fine in un giro turistico con un pullman di Brasiliani, e poi ancora Pablo in barca con Liliana, la sua deliziosa e scatenata figlia, due belle ragazze di Budapest che vivono qui, navi vichinghe come sempre…

E poi incontri folli e ricchi, il mercato, la secessione che impera e un impero che non c’è più ma sembra che ci sia, in una città fiera di essere multietnica in una nazione con il 20% di estrema destra. Vienna di caffè e di kebab, lontana dal Danubio, dal fiume nero che nasce dalla Foresta Nera e finisce pigro nel Mar Nero, ma che tutto è fuorché nero.

Onde e vento, come quelle sofferte e godute a bordo di Clodia in questi giorni di inverno prematuro. Bicicletta durissima controvento e poi volate di ritorno.

A Vienna vorrei fermarmi e non è detto che non lo faccia, per l’inverno, che tutti mi dicono duro. Ma l’inverno duro mi piace, e le barche di Franz, e la capitale d’Europa e d’Oriente che nessuno lo sa e lo vuole sapere. Ma Vienna, l’utero d’Europa dove in silenzio e al buio nascono le cose… mi ha preso il cuore. Con un sorriso ed una risata bella dell’Uruguay, forse. Buffo no!?

Ieri una giornata indimenticabile. Ho conosciuto i ragazzi diSargfabrik, una forma di co-housing che risale ai primi anni 90 dove una vecchia fabbrica di bare è stata trasformata in un centro residenziale molto bello. Si uniscono e costruiscono un modo di vivere migliore, dove la qualità del costruire, del fruire dei servizi, del condividere le risorse senza danneggiare funziona.

Sembra un lussuoso residence ma ha un tetto che funge da orto, sistemi integrati e modalità di restauro che lo rendono una casa passiva. La sauna, la piscina naturale, il centro per seminari e concerti, il ristorante e bar che serve prodotti fair trade rendono questo centro un sogno realizzato.

Qualcosa di molto meglio di una infarinatura di eco chic che oggi impera in questa società ancora troppo superficiale. I continui incontri e confronti consentono una gestione comune in democratica efficienza. Thomas, uno dei fondatori, e Bernd ci offrono ospitalità, cibo, calore, sauna ed intelligenza. E un gatto dolcissimo.

Danube-Paranà mi saltano in mente. Vorrei che Vienna tornasse a dare la faccia al Donau, io ci provo. Budapest, è noto,  abbraccia il Danubio, Vienna no. Ma sta cambiando.

Hasta luego y Auf wiedersehen!


P.S. grazie a Billy Connolly per aver ispirato il titolo di oggi

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7 Responses to “Giro del mondo d’Austria – Da Grein a Vienna”

  1. bea scrive:

    Ciao Giac! Vienna già acqua passata… Grazie per le tue informazioni, le belle parole su di tuoi “angeli” – TU li troverai sempre, ovunque. Sono vissuta a Vienna x 3 anni e lavorai con l’UNO! Spero che abbia meno freddo, pioggia, ma è cominciato l’autunno. A presto, amico, che tutto vada benissimo! E ancora: AUGURI, oggi 23.09! Abbraccio

  2. daniele scrive:

    bellisimo reportage, grande invidia per la visita al rimorchiatore…
    buon proseguimento, speriamo che il tempo sia clemente

  3. maurizio vallebona scrive:

    per me che sono permeato a volte da un pessimismo cosmico quando osservo le persone e bello vedere quante persone ci sono in giro in gradoi di realizzare buone idee.
    forse il futuro che dovremmo costruire e proprio qui, non annidato nelle grandi rivoluzioni ma nell erivoluzioni delle piccole iddee buoone portae avanti tenacemente.

  4. Marco scrive:

    Un saluto a tutti Voi ed un affettuoso abbraccio, bellissima descrizione mi sembra di esser presente,anche se in verita’ non passa giorno che non mi veniate in mente…ciao ragazzi un caloroso saluto!!!!!!!!!!!!

  5. Giacomo scrive:

    Grazie a tutti ragazzi!! Mi riempite il cuore. E’ dura ora, sento molto la stanchezza, e la notte fa un freddo cane, ma forse è perchè ho perso tanti k e sono stanco, e queste semplice parole mi aiutano molto. Penso a voi quando vorrei fermarmi. Comunque, anche quando tutto va male, sono così felice di essere qui e di aver lavorato duro per poter realizzare questo viaggio, questo progetto. Spero che davvero possa essere utile a tante persone, e ecosistemi ed animali, che sui fiumi invece di stare bene, soffrono. E sembra assurdo se ci viaggiate. E’ il luogo più propizio alla felicità che possa esistere. Basta comprenderlo e rispettarlo.
    Un abbraccio g

  6. Larissa scrive:

    Abituata ad essere sempre di fretta, triturata dai tempi, dalle conversazioni sterili, attaverso le tue parole ritrovo l’essenza della natura, la bellezza che ognuno di noi ha a portata di mano e spesso non vede. Attraverso i tuoi occhi vedo una parte di mondo che non avrei visto; in un mondo fatto di immagini, con rapidi cambi d’inquadratura, le tue parole danno vita a delle belle fotografie. Mi fermo ed entro al rallentatore … Ritrovo un anima , che vive che respira, sento il rumore della terra che respira e ringrazia per non essere violentata, per essere accettata e guardata con rispetto !

  7. Giacomo scrive:

    Grazie Larissa, sono felice di essere un po’ utile.
    A presto per fare magari cose belle insieme
    Un abbraccio

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