Sono a Ramsgate, il mare del nord è molto bello oggi.
Sono parecchio depresso da quello che mi sta succedendo, ma felice di apprendere anche da questo momento, che il viaggio è una potente macchina di vita vera.
Da un mese sentivo strani dolori al polmone sinistro e faticavo a repirare. Nelle ultime due settimane, a Faversham, la situazione è peggiorata e spesso non riuscivo nemmeno a camminare senza dovermi fermare per recuperare.
A volte dovevo stare disteso.
Arrivati a Ramsgate il peggioramento è stato tanto improvviso quanto violento. Dopo due notti di molto vento e di baraonda dovuta all’evento del Dynamo Day, il dolore è diventato molto forte e la respirazione estremamente difficile. Non arrivava ossigeno a sufficienza al cervello e anche azioni semplici come camminare diventavano una curiosa novità.
Jacopo mi ha portato al Queen Elizabeth Hospital di Margate dove in tempi record mi hanno analizzato, radiografato, scansionato ed esaminato, con grande professionalità, gentilezza e umanità.
All’inizio si temeva una embolia polmonare, poi ulteriori esami (sono pieno di buchi) hanno rilevato la presenza di un virus che ha preso residenza nei miei polmoni e nel cervello. Per il cervello non c’è problema, ma i polmoni sono più semplici e genuini e devono fare una cosa sola, ma molto importante.
Sono sotto antibiotici e cortisone e cerco di riposarmi. Non ho molta energia ma vado a vedere la Manica che mi aspetta e Clodia che sta scalpitando per navigare.
Spero di rimettermi in una decina di giorni, forse meno. Una volta tolta l’infiammazione al polmone dovrei tornare a respirare normalmente. Il cortisone fa miracoli.
Devo dire che non prendo mai medicine e cerco di usare metodi naturali, ma in questo caso le alternative erano:
A – provare a trasformarmi in un organismo anaerobico
B – sei mesi di cure naturali.
Mi dispiace dare al mio corpo antibiotici e cortisone, anche nella lentezza di questo viaggio, ma il tempo ha un suo peso. A questo proposito spero che comprendiate che questo rallentamento che può sembrare un intoppo al prosieguo del viaggio è per me un grande arricchimento. “La sofferenza porta alla conoscenza” scriveva Eschilo nell’Agamennone, tragedia straordinaria.
L’ansia, le persone che ci seguono, Jacopo che scalpita, la tensione di tutti coloro che si chiedono perchè non andiamo avanti, pesano su di me in maniera fortissima.
Il tempo, gli eventi, la salute, le promesse non mantenute da altri, i ritardi, hanno complottato per portarmi qui e scoprire che solo così poteva essere.
Avrei potuto trovarmi in brutte acque se avessi fatto diversamente.
Attraverseremo la Manica con qualcuno che troveremo qui o a Dover con o senza barche appoggio. Mi hanno rotto le scatole i velisti. Arroganti e sempre a lucidare i loro giocattoli, incapaci di solidarietà. Conrad si rivolta nella tomba.
È strano, in così tanta acqua mi è mancata l’aria.
Vi abbraccio e vi ringrazio tutti per la solidarietà e l’affetto.
Dopo tanti giorni di attesa, silenzio e sofferenza, finalmente ripartiamo!
Quello che chiamo il “tallone d’Inghilterra” è un posto da far chinare la testa anche ai più smaliziati navigatori. Del resto siamo in prossimità di un capo e, si sa, i capi amano comandare!
Margate è stato uno dei grandi centri balneari per Londinesi per oltre 250 anni.
Il mattino dopo il viaggio ricomincia.
Stiamo per lasciare il Regno Unito e il Kent, il “Giardino d’Inghilterra”.
Siamo ancora a Faversham, però ora ci troviamo nell’Oare Creek, un meandro fangoso dove la nostra vita è regolata dalle maree di quasi cinque metri che si alternano ogni sei ore.
Anche in questi ultimi giorni abbiamo incontrato persone molto interessanti come Bob e Lena. Lui è inglese e lei svedese: vivono vendendo pezzi di ricambio per barche trovati in giro per il mondo.
Il tempo è stato molto brutto con tanta pioggia e vento forte: ora rimane solo il vento e di notte si vedono benissimo tutte le stelle, anche se fa parecchio freddo (si scende fino ad 1 grado).
Siamo ancora a Whitstable, il tempo sta migliorando dopo quattro giorni di vento e mare molto forte.
Johnny vive sereno con la sua famiglia scrivendo libri sul ciclismo.
Siamo qui da sette giorni: sembrano tanti ma sono volati. A volte ci torna a trovare Johnny che racconta, ovviamente, nuove storie punk.
Ci mostrano foto bellissime della baia di Whitstable con centinaia di Oysters Smacks ormeggiate. Che barche particolari, che lavoro e che tempi di arte della navigazione a vela.
Le barche sono straordinarie: centinaia, di legno, costruite dal 1800 in poi.
Anche Faversham è bellissima, con molte case medievali e del ’500. È stata la prima città fondata dai romani in Inghilterra e il Creek, il canaletto, che vi arriva si asciuga completamente per sei ore al giorno. Il porto è piccolo ma ricco di storia: anche la flotta di Enrico VIII si ormeggiò nel Creek. Qui, come a Withstable, incontriamo tanti personaggi che sembrano usciti da un racconto di Dickens.
Ma ci sono i pub, e c’è la birra. A Faversham si trova la più antica birreria d’Inghilterra, del 1698, la Sheperd Neame. In tutto il paese si respira birra, si sente il profumo del luppolo e del malto tostato. All’inizio fa impressione, sembra qualcosa di chimico, poi ti entra dentro e ti accorgi che è un elemento naturale.
Siamo riposati e felici; a tutti voi che ci chiedete “a quando la traversata della Manica?”, rispondo: quando il mare ed il vento ci diranno di si.
Da domani andiamo a Faversham, qui siamo stati ospitati troppo a lungo e troppo generosamente dal Whistable Yacht Club. Ci sentiamo un po’ imbarazzati!
Dobbiamo confrontarci con una separazione dolorosa: a malincuore lasciamo la nostra stufa perché Clodia è stracolma e dobbiamo assicurarci che sia leggera e affidabile per la traversata della Manica.
Rispettando la maledizione che ci accompagna da qualche giorno, nelle ultime due miglia del percorso il vento ci è nemico: o crolla o diventa troppo forte.

Le giornate trascorrono preparando la barca ed incontrando molte persone gentili.
Whitstable è una città bellissima con persone molto cordiali. Ha ospitato la prima ferrovia al mondo nel 1830, la “Canterbury and Whitstable Railway”: quale luogo migliore dove fare tappa per un progetto sul viaggiare sostenibile!


