Se pensate che questa sia una foto di venezia, ricredetevi.

Qui il mio amico Wolfgang mi aveva lasciato in buone mani (e per questo lo ringrazio) e Bernhard organizzato un’accoglienza straordinaria. Jürgen Hoh decide anche di offrirmi un posto nella sua bella casa a pochi passi dal Club.

Nel frattempo, Clodia riposa serena sotto la tettoia ottagonale, in attesa di piccole riparazioni che sto portando a termine, simbologicamente protetta dai numeri 4 e 2 (vedi Kabala).

Dopotutto, qual’è la forma geometrica più usata per i battisteri?

Il giorno dopo Jürgen ci invita a colazione (dopo una prima notte trascorsa nello spogliatoio del Kanoe Club, con fuori il diluvio universale), e lo farà ancora per tutta la nostra banda, destinata ad accrescersi sensibilmente nei prossimi quattro giorni con l’arrivo di nuovi amici.
Che lusso, e che colazione!

Andiamo ad incontrare la vera birra di Bamberga, quella affumicata che sa quasi di prosciutto, servita a temperatura ambiente o, meglio, di cantina. Terribile e anche dannoso per lo stomaco l’uso di servire la birra ghiacciata!

Perdonatemi amici americani, sapete quanto vi ho nel cuore, ma questo è davvero un brutto modo di bere la birra, e che ci costa un sacco di energia. Alla birreria Schlenkerla ci ritroviamo con Berhard, ben due Jürgen ed altri amici locali.

L’atmosfera è tipicamente Frankonian: questo edificio era un monastero ed i monaci producevano qui la birra. Si mangia tanto e si beve di più. Bene.

Jürgen Hoh mi porta subito a comprare una bandiera della Franconia, quella che ho della Baviera non va bene. Siamo in Baviera ma prima e soprattutto siamo in Franconia. Non si scherza su questo! Incontro anche il sindaco (Bürgermeister), simpaticissimo, in tenuta da ciclista, davanti ad una buona birra, natürlich!

Ci diamo appuntamento per l’indomani mattina alle 11 all’ufficio del turismo. Nel pomeriggio… sorpresa. Un giro in gondola a Bamberga

 

Un’anima Veneziana in Franconia?

Jürgen Riegel, “Gondoliere von Bambergsi è innamorato delle gondole e ne ha portata qui prima una e poi un’altra. Lui ha un negozio a Bamberga ma per tante ore al giorno preferisce vogare. E lo fa bene,  contro una corrente mica da ridere.

Sono emozionato e non posso resistere: chiedo a Jürgen, durante il giro lungo i canali che gentilmente ci offre, di portare la sua gondola. Sono felice e incredulo. Cedo il remo a Jürgen per la virata sotto una cascatella. La gondola è lunga quasi 11 metri e non vorrei rovinargli il “ferro” a prua.

La sua amica Erika ci offre a bordo una splendida torta. Andemo fioi! (Andiamo ragazzi in Veneziano). A letto, esausto dormo, come un ghiro, nel primo letto vero dopo quattro mesi (fatte salve le pause per i controlli medici).

Al mattino mi cimento in una grande ed entusiasmante pedalata con Jürgen, della quale potete vedere il video che ho pubblicato su Facebook cliccando qui. Al ritorno piove: con Paolo incontriamo Anna-Maria Schülein, capo dell’ufficio marketing e relazioni pubbliche dell’ufficio del turismo.

In perfetto italiano, Anna ci racconta delle politiche sulla gestione del turismo di Bamberga, privilegiando la qualità rispetto alla quantità (seppur due milioni all’anno di visitatori non siano un brutto risultato). Infatti non si sente quell‘impatto volgare del turismo di massa, delle mandrie di corpi incoscienti, “consumatori all’estero”, che snobilitano i bei luoghi di tutto il mondo.

Il turismo può distruggere il paradiso diceva qualcuno. E può salvare dall’inferno, aggiungo io, se ben gestito. Cosa non facile, ma nemmeno impossibile. Perdonatemi la banalità. Bamberga docet. Chapeau! Il sindaco non può venire ma Anna è fantastica! Grazie! Riceviamo un bel gagliardetto della città con dedica del sindaco.

Mi dimenticavo di dirvi che Massimo ci ha lasciato: è stato grande! Un vero nuovo marinaio, pieno di energia e sempre pronto ad imparare (velocissimo) cose nuove. Grazie Massimo, a presto.

Paolo arriva dall’Italia, si riprende Massimo e ci riporta Nicola, il nostro primo regista.

L’anno passato ci aveva donato il suo lavoro, in tempi veramente duri. Lunghe attese per le mie condizioni di salute, con un finale che poteva essere definitivo. Sono molto affezionato e grato a Nicola per la sua fiducia e il suo lavoro, oltreché per la sua amicizia.

 

Uno sguardo piò ampio…

Jürgen Hoh si fa dare le chiavi della bellissima torre e possiamo vedere Bamberga “from above”: è splendida, ricca di acqua e di bellezza.

E la bellezza salverà il mondo? E l’acqua? E chi salverà l’acqua? L’attenzione? L’impegno richiede attenzione, l’attenzione richiede impegno… Ricordate…??

A Bamberga c’è impegno e c’è attenzione, mi pare.

Jürgen Hoh sicuramente si impegna, ed è attento. Ci guida, ci racconta mille cose interessantissime di Bamberg e del RMDK, Il Rhein Main Donau Kanal, della sua origine, delle follie degli anni 70 e del tentativo degli anni ‘90 di renderlo più a misura di natura.

Grazie Jürgen, prezioso amico e guida. Vorrei che fosse con me, con noi nei prossimi progetti sui fiumi.

Che fortunati i suoi allievi!

Alla sera siamo ospiti nella splendida casa di Jürgen Riegel, che ci offre una bella cena, un fuoco splendido, nella sua corte con le vecchie pietre.

Barbecue Barocco, con amici che vanno e vengono tra cui Hans, cappellano delle carceri, e vogatore anch’esso

“Voghemo, voghemo, che el nostro onor xe scomenzà dal remo” (“Vogate, veneziani, perché la nostra gloria è iniziata dal remo”) si dice a Cannaregio, sestiere popolare e per questo potentemente nobile di  Venezia. Qui magari non è cominciato ma pare che il “voghemo voghemo” vada di moda lo stesso.

 

La lega Lago

Il giorno dopo arrivano i nostri grandi amici della Lago.

Silvio, che ci ha aiutato tantissimo nella costruzione e in mille altri modi, Nicola, marketing manager della Lago e ora anche in proprio con una sua company creativa (lui è stato  il principio della meravigliosa intesa con Lago, che mi ha regalato mille idee e iniziative, una beautiful mind che corre veloce, e avanti). Poi c’è Franchino, piccolo grande uomo, che ci ha aiutato nella costuzione, coraggioso e generoso, che si rivelerà grande rematore, e Carlos, dalla Colombia, ormai in italia da 13 anni, che parla veneto meglio di tanti autoctoni, forte e generoso. Anche lui non ha mai lesinato attenzione ed energia quando serviva aiuto con la costruzione della barca. Ed infine Andrea, il giovane nipote di Silvio, che porta la sua gioventù. Noi siamo tutti un po’ ciacoloni, io per primo, mentre Andrea ascolta molto. Sana pratica. Nella foto potete vedere da sinistra a destra: Andrea, Nicola, Silvio, io, Carlos e Franchino.

Grande festa insieme e cena con due nuove amiche musiciste, Viola e Vlade, sorelle, poliglotte e apolidi che ci deliziano con arie italiane e talento che ci introduce l’est ed il Danubio.

Al mattino abbiamo una visita organizzata con la direttrice del Museen Der Stadt Bamberg, Regina Hanemann, nel complesso palazzo e castello in cima ad uno dei sette colli di Bamberga.

Il museo è molto ben progettato e restaurato: offre una serie di mostre interessantissime e quella per la quale siamo qui è quella sulle acque di Bamberga, sul Reignitz e sul RMDK. Una mostra eccezionale, la migliore che abbia mai visitato per far comprendere l’importanza della relazione tra Bamberga e le sue acque: i lavori, i mestieri, l’articolazione e la stratificazione delle modifiche che la città ed il territorio hanno subito, orchestrato nei secoli.

Un Cranach tanto sublime quanto minuscolo fa parte della mostra, che è permanente e, se potete, non dovreste perdere. La mostra ha vinto diversi premi europei per come è stata organizzata. Un modello di una antica imbarcazione da carico mi affascina (con tanto di vele!! Grazie a chi mi diceva che sul Meno il passato non si usavano vele!!)

Penso alle immense e violente navi di oggi che purtroppo sradicano la vita essenziale del fiume per portare cose superflue per eccessivi consumi di noi umani tracotanti. Quanta fatica ma quanto rispetto, quanta arte della navigazione si possono ancora leggere in questo modello in legno. Non sic patres nostri!! Qui sì che forse la nostalgia ha un sano motivo di essere.

Che succede dopo? Bernhard, che è una guida turistica, ci regala un veloce ma intenso giro per la città: la Juden Strasse e le sue 11 fabbriche di birra (delle 65 della sola Bamberg fino al 1900!), i mulini, la vecchia chiusa sul RMDK, i giardini, le due residenze del cistercense capo. Tante e ricche informazioni, donateci con grazia e rara ironia.

Grazie anche a Bernhard, ci rivedremo presto! A piedi raggiungiamo lungo il Reigniz, canale veloce e pulitissimo, il Rudden Club di Jürgen Hoh, con bellissimo Biergarten.

Dopo una mangiata “frankonian style” compare, elegantissimo con le sue braghe bianche e la maglia del club Settemari di Venezia (di cui è socio), Jürgen con un altrettanto elegantissimo Pupparino, imbarcazione tradizionale Veneziana un tempo usata come alternativa alla Gondola, restaurato da lui stesso e che ha chiamato Pipistrello.

Facciamo una meravigliosa vogata controcorrente verso il regno della bellezza con una bella torta mangiata in un camping modello e approdo nei “laghi bianchi del silenzio” del fiume, in chiaro delirio da Stendhal-Conte (Paolo) Syndrome. Chi è appassionato della musica di Paolo Conte mi sarà solidale!

 

Alzaremi per i nostri amici!

L’ultima cena è una pasta al limone di Amalfi che preparo sempre a casa di Jürgen il gondoliere, con tutti i nostri amici straordinari

L’androne è pieno di biciclette, pronte alla partenza del giorno dopo. Siamo allegri ed io un po’ triste di lasciare Bamberga e queste persone, questi angeli.

Il mattino dopo si parte. Jürgen Hoh ci segue con il suo Kayak in tela degli anni sessanta, come quello donato al museo e che fa ora parte della mostra.

Dimenticavo che lui ha navigato, pagaiato in Norvegia e Groenlandia e altre parti del pianeta creando video molto belli e poetici.

“E alla chiusa successiva” (ormai siamo in tema musicale e mi viene un po’ in mente “Bocca di Rosa”) molti amici ci aspettano: Bernhard ci saluta dal ponte, due belle anime ci regalano mele e yogurth. Io ricambio con le dolci prugne di Jürgen gondoliere. Lanci di amicizia e cibo dall’acqua. Alzaremi, segno di rispetto ed onore, per Jürgen, e per Bamberga, fiera e ricca d’acqua.

E via. Le porte di Thannauser (festival della citazione oggi!) si chiudono e si parte verso Norimberga, a vela e contro corrente.

Il canale è più bello di quanto immaginato, con foreste e un cielo immenso. Silvio finalmente sale a bordo di Clodia, sua e di Roland. Capisce ora che è una grande piccola barca. Gli brillano gli occhi, è felice come me. Jürgen si allontana ma rimane nel cuore, e tutti gli altri con lui.

Gli altri ci seguono in bici percorrendo gli immancabili e meravigliosamente organizzati “bike path” lungo i fiumi e canali tedeschi. Nel frattempo si è unito a noi anche Stefano, un “marinaio per caso” che si è prenotato attraverso questo sito.

La sera ci fermiamo stanchi a Forcheim, sotto un ponte medioevale. Michael, amico di Marco, ci consiglia un bel ristorante in un vecchio mulino. Siamo ubriachi di vita, di acqua e un po’ anche di birra.

 

I guardiani delle due parole sacre

Il mattino si riparte. Abbiamo passato tanti ponti e tante chiuse, li sto contando: sicuramente ne ho perso qualcuno ma sono arrivato a 852 ponti e 333 chiuse passate. Oggi ne incontriamo però una che merita una storia. Si chiama la “Vaffanculo Schleuse” (chiusa, in tedesco).

La chiusa di Hausen, tra Bamberga e Norimbergaci aspettava…

Sono con Carlos in barca: giornata dura, acqua pesante, vento contrario, traino umano e pioggia. Arriviamo alla solita chiusa, dura, tutta di cemento, nessun segno di umanità. C’è, sul molo di cemento, un piccolo interfono per comunicare con la centrale, fatta per le piccole barche che non hanno radio, come Clodia.

Schiaccio il pulsante e dopo qualche tuu tuu, mi risponde solita voce tedesca. Io dico: “Eine rudden boot, direction Nürnberg, open bitte”. Silenzio… Ripeto… Parole in dialetto forse… Non ci capiamo.. Ripeto e aggiungo: “Keine deutsch.. no tedesco, sorry. La voce ritorna e mi dice: “Schleuse Vaffanculo!” Ma in tono quasi gentile e scherzoso.

Guardo Carlos, mi giro verso l’interfono e con il dito verso lui dico, anch’io in tono scherzoso, ma pronto ad approfondire il dialogo in maniera più colorita: “Schleuse Vaffanculo a YOU!!” Silenzio… Un rumore sordo… Acqua che sbuffa, l’immensa porta di 20 metri e mille tonnellate miracolosamente inizia a sollevarsi. Risate.

Il Vaffanculo Power, o forse la parola magica?? Entriamo nella chiusa, immensa, altissima da soli, a remi, cosa ufficialmente proibita. Che ci siamo imbattuti nei guardiani delle due parole sacre: Vaffa e ‘Ncul(visto che siamo in tema di citazioni ci stanno bene anche i Monty Phyton)?

Al mattino dopo saluti i tanti amici preziosi che stanno per partire. Grazie, mi mancherete.

Ora sono con Nicola a Norimberga. Domani si torna a navigare.

Giacomo

La sua amica Erika ci offre a bordo una splendita torta. Andemo fioi! A letto, esausto dormo, come un ghiro, nel primo letto vero dopo quattro mesi (fatte salve le pause per i controlli medici).

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