A bordo del Leviatano

Dopo una notte animata da teppistelli che gettavano pietre alle barche e si muovevano sospetti, ci mettiamo in movimento per una passeggiata mattutina a Kladovo. Scopro un museo archeologico piccolo ma ricco di pietre importanti che raccontano la strada Traianea che qui, tra Kladovo e Dobreta, vide il più lungo ponte della storia per molto molto tempo, costruito nientepopodimeno che da Apollodoro di Damasco uno dei primi archistar della storia. Chissà se i nostri archistar rimarranno a brillare nella storia fulgidi come lui.

Alla polizia si va via lisci grazie a Miletin che conosce tutti. Lo abbraccio e via nella Dunav che dopo poche decine di metri, voilà, diventa Dunarea. Siamo in Romania. Entriamo a Dobreta Turnu Severn, tre nomi per un luogo solo.

Espletiamo formalità come se entrassimo in altro paese extracomunitario ma ci dicono cortesissimi poliziotti che è perché proveniamo dalla fuori UE. Uno di questi giorni morirò per un eccesso di risa (come diceva Bernard Motessier, anche lui allergico ai confini degli uomini).

Costel, un tipo simpatico che si occupa delle grandi navi che attraccano, ci fa stare all’ormeggio della sua chiatta galleggiante. Si rivelerà vitale. Con Mario, giovane e gentilissimo poliziotto, andiamo insieme in centro. E mangiamo una pizza italorumena al Cafe Barcelona, alla faccia del cibo locale che cerco di mangiare. Adoro la pizza. Vivrei di sola pizza.

Mario mi racconta della vita di qui. Lui ha lavorato ad Orvieto ed è tornato. Si guadagna meno ma si sta meglio qui. Vorrei dormire ma si rannuvola. Viene giù una tempesta coi fiocchi. La sento e mi rifugio sulla chiatta. Costel mi vede e mi invita ad entrare. Mi metto a dormire su un divano e dopo pochissimo, con raffiche che di sicuro arrivano a 40 nodi, onde e fulmini full screen, arrivano dentro anche Anna e Leon.

Il mattino dopo la temperatura è scesa di 20 gradi, fa quasi freddo. Un vento teso da Nord spazza via l’afa. Oggi ho appuntamento con tutti i ragazzi dell’agenzia dell’ambiente della regione. Il Direttore Dragos con Liliana, Gabriela mi conducono nei loro uffici e mi accolgono con amicizia. Sono super. La regione offre molte bellezze, dai 1400 metri al Danubio. Da un clima quasi alpino a quello quasi mediterraneo, e zone archeologiche di grande pregio, come il castrum romano, veramente molto esteso.

Le terme, la palestra dei gladiatori ed un teatro fresco di scavi. Sorina Mataca, la direttrice del museo “Portile de fier”, ci guida in un tramonto infuocato e di nuovo caldo attraverso gli scavi.

Vediamo i due piloni del ponte di Traiano ingabbiati da protezioni di cemento che verranno rimossi. Il museo mi impressiona. Immenso, in restauro. Sarà pronto nel 2013 e ci tornerò. Viene custodito qui un plastico del ponte di Traiano ed un busto contemporaneo che raffigura Apollodoro di Damasco. Arriva anche Irina, simpaticissima geologa, che lavora agli scavi ed alla preparazione di una mostra. Soffre a vedere questo disordine. Ma è necessario.

Dobreta è bella. Rivela una ricchezza architettonica memore di ricchezza danubiana. Mi commuove una targa abbandonata che dice “Compagnia di navigazione Ucraina – Ufficio di Turnu Severin”. Altri tempi. I mercanti Ebrei, Veneziani, Genovesi, Armeni, Turchi, Tedeschi, Austriaci, Greci e Russi qui facevano affari d’oro.

Nell’immenso teatro Theodor Costescu si recitava in molte lingue, compreso l’italiano. Sarah Bernardt ed Eleonora Duse erano di casa. Le ville in stile sono ora circondate dai soliti brutti palazzi della contemporanea stupida megalomania. Che offende. Se nel futuro di Dobreta non ci sarà il successo che meriterebbe si dovrà ringraziare la mano incolta e violentemente presuntuosa di quei “progettisti”. Peccato.

Comunque non scoraggiatevi. Dobreta vale una visita. Anche due. Poi magari quei mostri crolleranno da soli. Già cadono a pezzi. Il cemento armato è fragile. Un materiale che illude.

Il tempo, grande scultore. Cito Marguerite Yourcenar.

Il mattino dopo visita al centro di depurazione delle acque di Dobreta. Qui si beve l’acqua del Danubio. L’ingegner Pisiu, con grande passione e competenza, mi porta a visitare questo piccolo impianto modello che pompa l’acqua in alto e la distribuisce per gravità ai suoi cittadini.

L’acqua del Danubio ha buone caratteristiche organolettiche. Classe 2/3 su scala di 5, dove 1 è potabile. Posso berla filtrata con il mio filtro. Lo faccio spesso, mi sembra assurdo morire di sete su 15.000 mc di acqua al secondo che viaggiano sotto di me.

Nel più grande impianto di riciclo di Romania, Robsylv, dove 120 persone lavorano 24/24, hanno organizzato una conferenza stampa per noi. Chi gestisce tutto questo è un gruppo di giovani. Una ragazza molto bella ci guida nell’inferno (utile) dei compattatori, selezionatori, nastri. Alcuni impianti sono terrorizzanti. Basta un errore e si finisce compattati sotto presse da 120 ton.

I prodotti del riciclo si rivendono in tutta Europa e non solo. Anche Cina. Gli affari vanno a gonfie vele. La plastica viene portata qui da consorzi, i quali a volte la comprano dagli zingari, che sono i soli ammessi al pesante lavoro di raccolta.

Molti qui non rispettano l’ambiente e la plastica viene gettata dappertutto. La ditta si occupa anche di educazione all’igiene ambientale nelle scuole. Grandi ragazzi! Respekt.

In Romania, come in Serbia, troppa gente butta tutto per terra o in fiume.

Perchè? Si sta facendo qualcosa per educare i giovani. Tutti danno la colpa agli zingari come per quasi tutto.

Saranno solo loro?

Wow, quante cose in due giorni. Ma non è finita. Da molto tempo volevo incontrare ed intervistare a bordo l’equipaggio di uno dei grandi mostri che viaggiano lungo i fiumi e che spesso ho odiato. Ma volevo conoscere, perchè odiare senza conoscere non è sano ne intelligente. Vedo una peniche che Leon aveva aiutato ad attraccare il giorno primo. Mi avevano colpito le grida del capitano che dalla cabina dava gli ordini via radio al marinaio, 60 metri a prua. Lo sentivo distintamente da 120 mt, malgrado la cabina chiusa e la musica del bar al quale sedevo. Pazzesco!


Mi avvicino, pronto a tapparmi le orecchie, e gli dico: “Buna siua Capitan… Sono etc etc.” Il burbero (all’apparenza) capitano non ci pensa due volte e mi dice che va a Costanza e che mi, anzi ci offre un passaggio a lato di Sterlet, questo il nome della sua nave. Io gli dico che non chiedo tanto, solo un giorno a bordo per seguire e filmare la vita a bordo.

“Nicio problema” (rumeno per nessun problema): il capitano Florian Constantin ci dice di attaccarci a sinistra che tra mezz’ora si parte. Mezz’ora!!?? Io non ero pronto ad un si!! Penso in fretta. A caval donato non si guarda in bocca. Penso anche ai litri di benzina che Serena risparmierebbe, cosa che sempre mi è stata sulle palle. Ma necessaria per documentare il viaggio. Vado non vado… Ok vado, e quando mi ricapita un’occasione così!


Via si parte. Un vento da nord soffia bello sostenuto e tutto fila liscio finche è in poppa. Alla prima curva a 180 gradi tutto cambia. E iniziano i problemi. Serena si imbizzarrisce e inizia a saltare sulle onde contro corrente che sapete ormai che significano guai. Si molla da sola l’ancora, botte tremende. Leon salta a bordo e cerca di regolare le cime ma va sempre peggio. L’unica soluzione è mollarsi e legarsi a poppa dove la scia protegge dalle onde. Vado io che ho un po’ più di esperienza.

Faccio fatica e tiro un porcone quando vedo una cima in bando che rischia di impigliarsi nell’elica. La catena e l’ancora che pende fuori bordo rende difficile raggiungere Sterlet. Alla fine tutto a posto. Poi è il turno di Clodia che anch’essa inizia a essere in brutta situazione, non più protetta da Serena. Ma è piu facile. L’unica volta che abbiamo rischiato veramente di perdere una barca, o anche tutte e due è stato a traino di un’altra.

Passato il pericolo ci si ormeggia al km 905. Il capitano è un maestro e Ion il marinaio, un omone fatto di gentilezza e sorrisi che con un pugno potrebbe spezzare la testa ad un bufalo, esegue tutte le manovre all’ancora come se suonasse uno strumento. E bene. Sterlet è una nave da trasporto fluviale costruita in acciaio in Olanda nel 1957. Batte bandiera Rumena. Misura 67,60 mt di lunghezza per 8,20 di larghezza, pesca 2,60 mt e stazza 1.000 tonnellate. Porta un carico di mais. Partita da Novi Sad è diretta a Costanza. Il capitano Florian Constantin ha 31 anni di esperienza sui fiumi d’Europa.

Il giorno a bordo è troppo breve. Ion ci vizia. Ci offre due cabine. Anna e Leon a prua, a 60 mt dalle cabine del capitano, e io a poppa con mia piccola cabina. A bordo ogni comodità. Il giorno previsto scorre troppo veloce e la vita su questa nave mi affascina, malgrado il mio odio per i motori, e per le grandi navi: tre giorni volano. E in tre giorni questa nave fa 630 km. Sottratti alla mia volontaria fatica mi fanno sentire in colpa.

Ma sono io ad averlo deciso ed è stata una scelta positiva. Ho capito che belle persone lavorano su queste navi e, almeno in questo caso, di come siano attente all’ambiente, alla navigazione (non producono onda se viaggiano entro i 17 km/h). Certo il consumo c’è. Il Volvo da 550 Cv consuma circa 400 (si, solo 400, pensate ai maxi yacht da 800 all’ora per portare le chiappe al sole) litri al giorno. Trasporta 2000 tonnellate di mais. Per trasportare su terra questa quantità servirebbero 66 TIR.

Un TIR sulla tratta Novi Sad-Costanza, in circa 600 km e 9 ore di viaggio consumerebbe circa 200 litri, moltiplicato per 66 sono circa 13000 litri. Sterlet in 4 giorni e mezzo di viaggio, 14 ore al giorno, ad una media di 13km/h ha consumato circa 1.800 litri. Mi sembra che convenga. Serena grazie a questo passaggio ha risparmiato circa 50/60 litri di benzina. Io e Clodia abbiamo risparmiato molta acqua e cibo. E sudore.

Certo  dal punto di vista del ‘By fair means’ questa è stata una contraddizione. Ne sono consapevole. E un po’ mi dispiace, lo ripeto, ovviamente. Avrei voluto andare più lentamente. E godermi il paesaggio che non è affatto monotono come mi avevano detto. La sponda bulgara è un susseguirsi di colline e falesie, in particolare a Nicopoli. Piccole scogliere di Dover.

Il Danubio è immenso. Si divide spesso in bracci più o meno ampi e vi sono moltissime isole. Mi sono goduto dalla cabina il paesaggio cercando di non perdere neanche un km. Ma non posso raccontarvi le cose nello stesso modo. A remi ci si ricorda di ogni metro e lo si guadagna. Totalmente diverso.

La vita a bordo è molto regolare. Sveglia alle 5. Caffè. Si leva l’ancora e si parte. Alle 8:30 colazione. Vera. Uova, bacon, pomodori e altro caffè. Tutto bio dalla azienda di Ion. Prima equipaggio e poi capitano, velocissimo, sostituito per pochi minuti alla guida da Ion. Sono solo in due di solito. Perfetti. Un errore si paga caro. Alle 14:00 pranzo. Cucina sempre Iuan. Alle 19:30 – 21:00 variabili si ormeggia per la notte nelle zone di ancoraggio previste dai portolani. Cena insieme e letto alle 21:30 – 22:00. Poca televisione. Si sta bene. Un bel lavoro.

E’ un po’ come avere uno schermo panoramico davanti agli occhi per 14 ore al giorno, con sole vento e tutto quello la natura regala. Il capitano conosce tutto ma malgrado ciò il fiume cambia sempre per cui serve radio e occhio al radar e al computer con rotta e informazioni, via AIS, di tutte le altre navi. Ion deve occuparsi del motore, degli impianti e della cucina, oltre che degli ormeggi, ancoraggi e cambusa. E vari guasti. Come l’intasamento del wc.

Mancando a bordo uno stantuffo mi sono ricordato di un consiglio di Bruno che mi disse che con una bottiglia di plastica tagliata si può esercitare una pressione notevole nello scarico. Detto fatto. Mio piccolo momento di gloria. Grazie a Bruno. A proposito ha attraversato a bordo di Miss Carol con Josephine, l’Atlantico. Grande Bruno. Mi manchi molto.

Il nostro viaggio su Sterlet termina a Cernavoda, al km 300. Ion ci aveva preparato una enorme borsa con prodotti fantastici. Nella velocità del distacco anticipato causa contrordine dalla chiusa (Sterlet prende il canale di Cernavoda che in 60 km porta a Costanza, tagliando più di 300 km di Danubio) la dimentico a bordo. Peccato. Sono, siamo tutti commossi nel lasciare questi amici grandi. La revedere, arrivederci e muzumesk.

A Cernavoda attracchiamo per attendere Nicola e Tommaso, i nostri amici di Sharazad. Fa un caldo bestiale. Sempre sole. Ne succederanno delle belle.

Ma questa è un altra storia.

E non mancheranno le sorprese…

 

Share and Enjoy:
  • Print
  • Digg
  • Sphinn
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Mixx
  • Google Bookmarks
  • Blogplay
 

Lascia un Commento

*



 

 
 

Press Room 

Sky Arte

Panorama

Il Mattino

Plen Air

La Repubblica

Steffan Meyric Hughes

Sail World

Voile Magazine

Rete di quotidiani veneti del Gruppo L'Espresso

Märkische Oderzeitung

Diario de Mallorca

Revista Namaste

Balear Web

Lega Navale Chioggia - M. Bonaldo

Sailing Today

Classic Boat Onboard - 1

Il Referendum

Telenuovo Verona

L'ideale

Classic Boat

Outside magazine

Ouest France

Repubblica

France Press International

Today Szaman

Green prophet

Turizminsesi

Sondakika

Apollonia

Magazin Nautic

La Stampa, 2.8.2012

Classic Boat 2012

TM News

ANSA

ICPDR

Classic Boat

Deutsche Welle

Segeln Magazine

Larissa Nevierov

Vilshofener Anzeiger

Mittelbayerische

Fränkischer Tag

Hanauer Anzeiger

SAT1 Bayern

Main Post

Main Echo Aschaffenburg

Abenteuer und Reisen

La Stampa

GO Nomad

RTL

Deutsche Welle radio

Voiles News

Wooden Boat

Il Mare 24 Ore

Classic Boat

Musei

Millionaire

Faversham Times

BBC South West

H2O magazine

Interni

Hove to off Swan point

Giornale della vela

Reuters Italia

From Il Venerdì di Repubblica

From 30disport

www.avoicomunicare.it

www.gvonline.it

www.ecostyle24.it

www.politicambiente.it

Il Mattino di Padova

www.touringclub.it

www.festivaldelmare.com

www.lastampa.it

dory-man.blogspot.com

70point8percent.blogspot.com

www.nauticalweb.com

valgerda.blogspot.com

intheboatshed.net

www.velanet.it

www.yachtevela.com

Chioggia TV

www.stileliberoweb.it

remieracasteo.blogspot.com

theinvisibleworkshop.blogspot.com

sottomarinakite.wordpress.com

mavc2002.com

minimoimpatto.wordpress.com

www.pelagos.sharemedia.it

www.velablog.com

www.ekomagazin.si

www.ediciclo.it

www.waterlandtv.it

 

Partners

  • lago_thumb
  • edenexit_thumb1
  • vodafone_thumb
  • solon_thumb
  • lexicon_thumb
  • stilelibero_thumb
  • interlogica_thumb
  • inmare_thumb
  • vernicimarine_thumb
  • cdr_thumb
  • bellotti_thumb2
  • ecos_thumb
  • fly3_ico
  • jonasthumb
  • tagliapietra_thumb
  • imbotex_thumb
  • ennerev_thumb
  • degirolami_thumb
  • class_thumb
  • paolomuran_thumb
  • smartmanagement_thumb
  • teloneria
  • grazie